Il ddl per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque è un’occasione per un nuovo patto sociale nella direzione di gestioni industriali in grado di coniugare le esigenze di tutela degli utenti “deboli”, la natura etica del bene acqua e la forte necessità di investimenti di cui il settore ha bisogno.

Il servizio idrico del XXI secolo sarà chiamato ad assolvere un ruolo che va ben oltre ciò che oggi chiamiamo ciclo idrico e che investe la tutela dell’ambiente e degli ecosistemi, le sfide del cambiamento climatico, dei flussi migratori e della crescente antropizzazione del pianeta.

Il servizio idrico in Italia soffre di una cronica carenza di investimenti, le cui conseguenze sono documentate dal livello elevato delle perdite, dalle interruzioni nella fornitura di acqua in molte aree del Mezzogiorno, dalle sanzioni per il mancato rispetto di direttive comunitarie che prevedono da oltre 20 anni l’obbligo di dotare i centri abitati di reti fognarie e depuratori.

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