L’intervento di Donato Berardi, Antonio Pergolizzi e Nicolò Valle su Lavoce.info.

Sugli scarti tessili, il vero salto di qualità si misurerà nella capacità di incanalare i flussi verso percorsi di riciclo. Le filiere di distretto, concentrate geograficamente, rappresentano un contesto ideale per sperimentare una produzione circolare.

Dal riuso al riciclo

Valorizzare i rifiuti tessili è un passaggio obbligato per ridurre l’impronta ecologica della loro produzione e del loro consumo. Ma finora è mancata una strategia per realizzare questo obiettivo.

Ha dato invece segnali incoraggianti il mercato del riuso, animato da una sorta di spontaneismo imprenditoriale, in alcuni casi anche con vocazione internazionale, che, nonostante i vuoti di policy e le contraddizioni normative, è riuscito a intercettare le frazioni di maggior valore ricavandone dei margini. Laddove non si sono attivate simili iniziative, gli scarti tessili sono stati gestiti tra i rifiuti indifferenziati, per i quali lo smaltimento rimane la principale destinazione finale.

Il 1° gennaio 2022 scatterà l’obbligo di raccolta differenziata in questo settore e nei prossimi anni il vero salto di qualità si misurerà nella capacità di incanalare tali flussi verso percorsi di riciclo, cioè di recupero di materia.

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