I rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche sono uno dei flussi più rappresentativi e in crescita della società contemporanea. Nonostante le AEE siano state tra le prime ad essere coperte dal principio responsabilità estesa del produttore, gli sforzi da parte dell’industria per ridurre i rifiuti e le materie prime necessarie alla loro produzione sono stati blandi. In Italia e in gran parte d’Europa siamo ancora molto indietro: i materiali che vengono riciclati rappresentano meno della metà di quelli che potrebbero essere recuperati. Il riutilizzo dei dispositivi ancora funzionanti e la preparazione al riutilizzo dei RAEE, sebbene in crescita, sono ancora marginali: ciò anche a causa della mancanza di incentivi e di una disciplina ancora acerba.
Il Position Paper è stato ripreso su Staffetta Rifiuti, EconomiaCircolare.com e First Online.
L’aumento progressivo dell’accumulo di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) costituisce una sfida rilevante nell’attualità. Ogni anno, in tutto il mondo, vengono generati oltre 50 milioni di tonnellate di RAEE, di cui più di 4 milioni solo in Europa, e le previsioni indicano che questa quantità potrebbe raddoppiare nei prossimi decenni. La spiegazione di questo fenomeno può essere attribuita all’era contemporanea, che è caratterizzata da un costante avanzamento tecnologico e da un aumento dei consumi. Questo scenario conduce all’obsolescenza rapida dei dispositivi elettronici che utilizziamo quotidianamente. Il progresso tecnologico porta a una produzione continua di dispositivi sempre più avanzati e accessibili, soprattutto quelli di natura elettronica, come ad esempio computer, smartphone ed elettrodomestici. Questa tendenza comporta la rimozione dei dispositivi considerati non all’altezza delle esigenze quotidiane. Quindi, il problema principale associato a questa rotazione costante, alimentata da una produzione in costante crescita, è l’accumulo in aumento dei RAEE.
I danni per ambiente e persone
Nella fase di produzione di queste apparecchiature (AEE), è essenziale considerare gli impatti ambientali in gioco. Ad esempio, l’estrazione e la raffinazione di materie prime critiche, come il gallio, che è ampiamente utilizzato nella produzione di componenti elettroniche, sono processi notevolmente dannosi per l’ambiente. In generale, l’intero ciclo di vita di queste apparecchiature, dalla produzione all’uso e al trattamento dei rifiuti, richiede una considerevole quantità di energia e genera elevate emissioni di gas serra. Si stima che questo settore contribuisca al 2% delle emissioni globali, con una previsione di crescita fino al 14% entro il 2040.
Rivolgendoci più specificamente alla gestione dei RAEE, quando questi apparecchi vengono abbandonati nell’ambiente senza un adeguato trattamento, possono causare notevoli danni, contribuendo in modo significativo all’effetto serra, all’inquinamento del suolo e al deterioramento della catena alimentare. Inoltre, rappresentano una minaccia per la salute umana, in quanto possono rilasciare sostanze tossiche. Non possiamo trascurare la gravità di questo problema.
Come si sta muovendo l’Europa?
L’Unione Europea ha preso iniziative significative per affrontare alcune carenze critiche in questo settore. Un primo aspetto cruciale riguarda l’approvvigionamento delle materie prime necessarie per la produzione delle AEE: la forte dipendenza da pochi Paesi terzi per queste risorse ha reso evidente la fragilità della catena di approvvigionamento. In risposta a questa sfida, l’UE ha cercato di affrontare la questione attraverso lo European Critical Raw Materials Act, un’iniziativa mirata a garantire un approvvigionamento sicuro, diversificato ed economicamente sostenibile di queste materie.
Una seconda questione altrettanto critica riguarda la normativa europea in materia. Sebbene il principio di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) sia stato un tentativo di indirizzare il problema (Direttiva 2002/96/CE), l’industria non è riuscita a ridurre in modo efficace i rifiuti generati da tali apparecchiature né a limitare l’uso intensivo di materie prime necessarie per la loro produzione.
Successivamente, con la Direttiva 2012/19/UE, l’Unione Europea ha adottato un approccio circolare specifico per la gestione dei RAEE, al fine di mitigare gli impatti ambientali e di utilizzare le risorse in modo più sostenibile. Questo approccio si concentra sul riutilizzo, sul riciclo e sulla massimizzazione del recupero delle materie prime critiche dai dispositivi elettronici dismessi. La Direttiva ha stabilito obiettivi più ambiziosi per la gestione dei rifiuti e ha introdotto misure per affrontare il commercio illegale dei RAEE. Tuttavia, l’attuazione di queste direttive è stata variabile tra gli Stati membri dell’UE.
Attualmente, siamo in una fase di revisione della Direttiva 2012/19/UE. Un processo, questo, che coinvolge attivamente le parti interessate attraverso una consultazione pubblica che terminerà il 22 settembre 2023. Questo processo di consultazione mira a raccogliere opinioni e suggerimenti da diversi stakeholders, tra cui imprese e associazioni di categoria, al fine di migliorare ulteriormente l’efficienza e la sostenibilità della gestione dei RAEE.
Presente e futuro
Le tendenze attuali e future mostrano che le iniziative dell’Unione Europea costituiscono un punto di partenza per migliorare la gestione dei RAEE. Tuttavia, è altrettanto essenziale sensibilizzare e informare le persone, influenzando sia le loro decisioni d’acquisto che il corretto trattamento dei dispositivi. Attualmente, la consapevolezza sull’importanza di raccogliere e gestire adeguatamente i RAEE è ancora limitata, e lo sono anche i servizi di riparazione disponibili.
Un segnale positivo riguardo agli acquisti proviene dal mercato in crescita dei prodotti ricondizionati a livello globale. L’acquisto di dispositivi ricondizionati offre vantaggi sia dal punto di vista economico che ambientale, poiché oltre a costare meno, contribuisce a ridurre l’uso di materie prime critiche e, di conseguenza, le emissioni di CO2 associate alla produzione di nuovi dispositivi. Purtroppo, per quanto riguarda il trattamento, c’è ancora una presenza significativa di abbandono illegale di RAEE nell’ambiente o il loro conferimento in contenitori inappropriati. Questo sottolinea la necessità di istituire un sistema di controllo e sanzionatorio più efficace per contrastare le attività illegali. Inoltre, è fondamentale educare i cittadini per promuovere un cambiamento nelle loro abitudini individuali e migliorare la situazione generale.
Per quanto riguarda la durata utile degli apparecchi elettrici ed elettronici, la promozione del diritto alla riparazione, attraverso la rimozione di ostacoli tecnici, economici e normativi, rappresenta un elemento chiave nella gestione sostenibile dei RAEE. L’ecodesign, che integra considerazioni ambientali fin dalla fase iniziale della progettazione dei prodotti, può contribuire a creare apparecchiature più resistenti e facilmente riparabili.
In sintesi, la gestione e la sostenibilità dei RAEE richiedono un approccio completo che coinvolga produttori, governi, consumatori e organizzazioni internazionali. La transizione verso un’economia circolare, l’educazione dei cittadini, la promozione del ricondizionamento, il diritto alla riparazione e l’ecodesign sono tutti elementi fondamentali per affrontare questa sfida in modo efficace e per ridurre gli impatti ambientali dei rifiuti derivanti dalle AEE.