Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni, è necessario aumentare la produzione di energia rinnovabile in tutta Europa. Oltre al solare ed eolico, anche il biometano può svolgere un ruolo importante nel processo di decarbonizzazione. Prodotto dell’upgrading del biogas, il biometano può essere un ottimo sostituto del gas naturale, evitando l’importazione di combustibili dall’estero e favorendo un’economia circolare tramite il recupero energetico dai fanghi di depurazione, il riuso di scarti agricoli, rifiuti a matrice organica e scarti agroalimentari. Delineando la situazione del biometano in Italia, si analizza il quadro normativo attuale, il contesto a livello europeo e gli elementi ostativi al suo pieno sviluppo.
Biometano: il carburante verde che accelera la transizione verso un futuro sostenibile
L’Europa si è posta ambiziosi obiettivi climatici per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e affrontare il cambiamento climatico. In questa sfida, l’energia rinnovabile, inclusa l’eolica e solare, è di vitale importanza. Un alleato emergente è il biometano, un prezioso carburante rinnovabile ottenuto dalla raffinazione del biogas, che può contribuire significativamente alla decarbonizzazione, fornendo un’alternativa pulita al gas naturale.
Il biometano, grazie alla sua composizione chimica simile a quella del gas naturale, è versatile e può essere utilizzato nei trasporti e nel riscaldamento. La sua caratteristica principale è la possibilità di essere immesso direttamente nelle reti di distribuzione del gas, sfruttando le infrastrutture esistenti e riducendo costi di costruzione, fattore che lo rende un’opzione economicamente interessante. Inoltre, il biometano offre vantaggi rispetto ad altre fonti di energia rinnovabile, come i carburanti non biologici o l’idrogeno, grazie alla sua maturità tecnologica e ai costi di produzione più contenuti.
Il ruolo chiave del biometano nella transizione energetica
Come già accennato, il biometano riveste un ruolo chiave nella transizione verso un futuro sostenibile. Può essere utilizzato in loco per produrre energia elettrica o termica, oppure può essere trasportato in forma compressa o liquefatta per un uso delocalizzato. Tuttavia, le attuali soluzioni per l’autoconsumo o il trasporto come biometano compresso hanno limitazioni quantitative e, per riuscire a sfruttare appieno il suo potenziale, è essenziale sviluppare un sistema che incentivi l’immissione del biometano nelle reti di distribuzione e trasporto del gas naturale, permettendo flussi bidirezionali e capacità di stoccaggio maggiori. ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente, ha proposto soluzioni per collegare gli impianti di biometano alla rete del gas, favorendo aggregazioni efficienti e localizzazioni strategiche. Snam Rete Gas, una delle principali società di infrastrutture energetiche, è stata incaricata di pubblicare una mappatura della capacità di trasporto e distribuzione nelle diverse aree, coinvolgendo gli interessati per le integrazioni. In collaborazione con il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) e i produttori, Snam stimerà le produzioni e valuterà le aggregazioni per l’immissione in rete, pianificando le connessioni in modo da minimizzare i costi e garantire la sicurezza del trasporto e dello smaltimento del biometano. Un punto cruciale sarà garantire una procedura di connessione ottimizzata e trasparente, semplificando e migliorando l’efficienza della rete e promuovendo una pianificazione del trasporto e dell’utilizzo più efficiente.
Il potenziale del biometano in Italia
In Italia, il biometano ha un notevole potenziale grazie alla disponibilità di diverse fonti di biomasse, come i fanghi di depurazione, gli scarti agricoli e agroalimentari e i rifiuti a matrice organica, che possono essere trasformati in biogas e successivamente raffinati. Attualmente, ci sono oltre 2.000 impianti di biogas e circa 85 impianti di produzione di biometano, soprattutto situati nel nord Italia. Infatti, REF Ricerche ha incrociato i dati di Snam con le elaborazioni di EBA (European Biogas Association) e i dati dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione), arrivando a sviluppare un database che ha rilevato per l’appunto 85 impianti di produzione di biometano attivi, con una producibilità attesa pari a 572 milioni di smc all’anno nello scenario low.


L’Italia si impegna a ridurre le emissioni di gas serra dell’80% entro il 2030, coerentemente con gli obiettivi europei, e punta a sfruttare il biometano per raggiungere questo obiettivo.
Per incentivare lo sviluppo del biometano, l’Italia ha stanziato finanziamenti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), destinando 1,92 miliardi di euro. Oltre a questo, il Decreto Ministeriale di settembre 2022 fornisce incentivi e tariffe differenziate in base al tipo di impianto e alle biomasse utilizzate (ad esempio, rifiuti o scarti agricoli). Gli incentivi vengono assegnati attraverso procedure competitive pubbliche e la graduatoria, redatta e pubblicata da GSE, tiene conto di diversi indicatori, tra cui la percentuale di riduzione delle emissioni di gas serra.
Tuttavia, l’esito della prima graduatoria non è stato completamente positivo, poiché solo il 44% del contingente disponibile è stato assegnato, a un numero di impianti pari a 60. Nonostante ciò, l’impegno per lo sviluppo del biometano rimane una priorità per l’Italia nell’ambito degli obiettivi climatici europei.
Le sfide per il futuro
Affrontare le sfide per garantire il pieno sviluppo del biometano è essenziale per il futuro sostenibile. Una delle principali sfide da affrontare riguarda il quadro normativo e regolatorio, che necessita di semplificazioni e chiarezza per attrarre sempre più investimenti nel settore. Infatti, attualmente le normative locali, provinciali o regionali causano confusione o disallineamento rispetto alle normative statali. Inoltre, è fondamentale creare incentivi adeguati ad attrarre nuovi investitori e favorire lo sviluppo di impianti di produzione su larga scala. Infine, bisogna migliorare la connettività delle reti di gas naturale, fattore necessario per agevolare l’immissione e distribuzione del biometano.
Il biometano è quindi una risorsa energetica rinnovabile preziosa e può svolgere un ruolo chiave nella decarbonizzazione dei settori energetici e dei trasporti, riducendo le emissioni di CO2. Per sfruttarne appieno il potenziale, occorre agire tempestivamente in ottica di affrontare le diverse sfide. Con il giusto impegno e i giusti investimenti, il biometano può diventare un carburante verde di successo, accelerando la transizione verso un futuro sostenibile e contribuendo significativamente alla riduzione delle emissioni di gas serra.