L’emergenza sanitaria ha posto sotto stress l’intero Sistema-Paese: il Servizio Idrico Integrato ha saputo offrire una risposta
pronta ed adeguata, senza abbassare il livello di servizio. Si apre però un periodo di instabilità e di fragilità, che renderà
più difficoltoso il mantenere l’equilibrio economico-finanziario e rispettare la compliance regolatoria. Quali esigenze dagli
operatori? Quali risposte dal regolatore?
Che la pandemia di Covid-19 stia drasticamente modificando il mondo così come avevamo imparato a conoscerlo, un dato di fatto osservabile da tutti: distanziamento sociale, limitazioni agli spostamenti e smart-working.
Anche le ripercussioni economiche sono evidenti e destinate a protrarsi nel tempo: REF Ricerche prevede una contrazione del PIL del 8,3%, una riduzione dell’occupazione del 4% ed un calo dei consumi privati sino al -8% nel corso del 2020.
Tali effetti avranno ricadute avranno ricadute anche sul quadro sociale nazionale: ad una caduta del PIL, segue un aumento delle famiglie in condizioni di povertà. Analizzando i dati forniti da ISTAT negli ultimi 10 anni il PIL reale è diminuito del 4%, e della stessa percentuale è aumentata la quota di famiglie in condizioni di povertà. Quali saranno gli effetti della crisi innescata dal COVID? Difficile a prevedersi, ma sicuramente saranno importanti.
Anche la nostra mobilità è cambiata profondamente: aumenta il tempo trascorso in casa sia per un progressivo spostamento verso lo smart-working, che per limitazioni agli spostamenti. C’è quindi un aumento della domanda di servizi presso le proprie abitazioni. Durante le fasi più stringenti del lock-down la mobilità dei cittadini è diminuita di circa l’80%; nonostante le misure di allentamento che stiamo osservando in questi giorni, la mobilità fatica a tornare ai livelli pre-crisi[1].
Quali effetti quindi sul Servizio Idrico Integrato? Quali scenari gli Operatori si troveranno a fronteggiare? Quali strategie l’autorità potrà mettere in atto per mantenere un servizio eccellente, ma contendo i costi e quindi le bollette?
Sicuramente un primo effetto che si è osservato è stato un significativo spostamento dei consumi dalle utenze non domestiche, quali gli uffici, verso le utenze domestiche: si sono ridotti del 75% gli spostamenti verso gli uffici. Lo spostamento è stato immediato ed è destinato a diminuire nel tempo, con il progressivo ritorno alla normalità, tuttavia è da aspettarsi un nuovo equilibrio che sia maggiormente spostato verso il consumo domestico. Come ha reagito il sistema idrico a tale shock? Di quanto si è spostato il consumo dalle utenze non domestiche verso le utenze domestiche? È lecito aspettarsi che il nuovo equilibrio avrà anche effetti in termini economico-finanziario, a partire da una necessità di ri-bilanciare il sistema tariffario.
L’effetto della crisi economica avrà sicuramente un effetto sul grado occupazionale delle famiglie e quindi sulla loro capacità di far fronte a pagamenti, sia ordinari che straordinari. Ci si attende quindi un aumento della morosità e dell’unpaid-ratio soprattutto presso quei territori che sono stati maggiormente colpiti dagli effetti del virus, e che quindi saranno più deficitari nella ripartenza. Si apre un interessante orizzonte di riflessione presso l’Autorità e presso gli operatori circa l’adozione di nuovi strumenti di sostegno, o il rafforzamento di quelli esistenti a favore delle famiglie maggiormente disagiate. Che l’accesso all’acqua sia un diritto è un’affermazione innegabile: sarà in grado il sistema idrico, di continuare a garantire questo diritto nonostante la maggior fragilità economica che si troverà a fronteggiare?
La fragilità cui saranno esposti gli operatori, deriva non solo dal prevedibile aumento di morosità, ma anche dalla generale contrazione dell’economia che si osserverà nei prossimi mesi, oltre che dalla variazione dei costi di gestione del servizio idrico. La crisi del turismo avrà impatti significativi per quello che riguarda l’erogazione dell’acqua e conseguentemente anche dei ricavi.
Il servizio idrico è un sistema complesso, le cui relazioni sono interconnesse, con numerosi effetti feedback e sono quindi difficilmente prevedibili gli andamenti dei costi e dei ricavi e i loro effetti totali. Sicuramente saranno maggiori i costi di gestione del personale, dovendo implementare addizionali misure di sicurezza, come il ricorso a DPI e le procedure di sanificazione, e i costi connessi allo sviluppo di smart-working. Cosa si può però concludere circa i costi di gestione? La rete presso le UND sarà utilizzata di meno, a favore di un aumento dei consumi presso le UD. Costi e ricavi quindi varieranno in modo direttamente proporzionale: quale dei due effetti prevarrà? Un’attenta valutazione ex-ante sarà necessaria per anticipare il cambiamento, che dovrà essere successivamente verificata e corroborata da un’analisi ex-post.
Un altro effetto che si osserverà sarà una contrazione degli investimenti: da una parte a causa della chiusura dei cantieri verificatasi durante il lock-down, dall’altra poiché gli operatori desidereranno, verosimilmente, ridurre le uscite per ridurre la fragilità finanziaria. Ciò avrà quindi un effetto sugli obiettivi di qualità tecnica, allontanando gli operatori dai sentieri di miglioramento su cui si stavano avviando negli ultimi anni: a quanto ammonteranno tali variazioni? È necessario che l’Autorità legga tale realtà, e decida di agire conseguentemente, tutelando gli operatori ma anche l’ambiente ed i cittadini. È necessario che gli operatori riescano a sopravvivere la crisi, ma il costo non può essere scaricato completamente sull’ambiente, maggiormente deteriorato a causa dei ridotti investimenti, né su una ridotta qualità del servizio per i cittadini.
Anche le tariffe dovranno essere ridiscusse: i tempi correnti avranno sicuramente un impatto in termini di effetto conguagli dei “volumi” 2020 sulle tariffe 2022. Inoltre, le ricadute tariffarie tramite i meccanismi di premi e penalità sugli investimenti effettivamente realizzati (MTI3) e sulla regolazione della qualità tecnica (RQTI), dovranno essere previsti, e quindi anticipati da Autorità e Operatori, nuovamente per tutelare i cittadini-utenti e il loro diritto all’acqua. Si rischia infatti di generare un meccanismo perverso che vede un aumento delle tariffe, il quale causa un aumento più che proporzionale della morosità, rendendo ancora più fragili i bilanci degli operatori e quindi di nuovo una ricaduta sulle tariffe: ciò può e deve essere evitato dal dialogo tra Operatori e Autorità, facendo particolare riferimento al territorio d’adozione costruendo quindi alleanze con le Istituzioni locali.
È interessante anche interrogarsi sulla percezione dei cittadini-utenti: non tanto in termini di variazione del consumo, quando di come sia variata la percezione di fiducia nei confronti dei gestori. Il “bene acqua” è sempre rimasto disponibile e che anzi si è spesso reso alleato nella lotta alla pandemia, tramite la ricerca del virus nelle acque di scolo. Riguardo al consumo sarà interessante approfondire se è aumentato il consumo di acqua del rubinetto, o, al contrario, se è aumentato il consumo di acqua in bottiglia con riferimento alla sicurezza e ai controlli; anche in prospettiva di una minor mobilità sarà interessante studiare se i cittadini prevedono un maggior consumo di acqua da bere erogata direttamente dall’acquedotto.
Il Covid-19 sta lasciando segni e cicatrici che ci metteranno molto a rimarginarsi, e il cui ricordo vivrà a lungo in noi e nelle nostre economie. Anche il servizio idrico è stato e sarà profondamente influenzato dagli effetti connessi con la pandemia. È chiesto di ripensare e ricostruire l’alleanza tra cittadini, istituzioni e operatori, sotto lo sguardo benevolo e severo dell’Autorità. È chiesta maturità a tutti gli attori coinvolti per rendere il sistema ancora più resiliente e ancora più teso alla sostenibilità e ai bisogni dei territori. Una sfida cui non ci si può sottrarre. Una sfida cui siamo tutti chiamati a contribuire per offrire.
[1] Fonte: Apple Mobility Trends