Il Laboratorio Ref. Ricerche ha pubblicato nella sua Collana Ambiente un saggio breve che illustra il funzionamento di alcuni strumenti di misurazione della sostenibilità. Gli autori lo presentano per noi e traggono interessanti indicazioni per la politica sulla ricerca di un auspicabile equilibrio fra sviluppo e ambiente. Competenza, rigore, fantasia: è questa l’ecologia che ci piace.

Nel corso del tempo, il rapporto fra esseri umani e natura ha vissuto innumerevoli mutamenti, un continuo oscillare tra armonia e conflitto, senso di appartenenza e contrapposizione, scelta di assecondarne i ritmi e invece spinta a modificarne l’aspetto, fino a piegare l’ambiente circostante alle esigenze dell’uomo.

Il cambiamento climatico e l’impatto antropico sull’ambiente ci costringono a compiere un passo ulteriore e ripensare ai modelli di consumo a quelli di produzione, quali due facce della stessa medaglia della nostra società, in modo tale che siano orientati alla sostenibilità e alla tutela dell’ambiente. I primi riguardano soprattutto “le persone”: quanta parte del loro reddito dedicare alla spesa, quali bisogni soddisfare in via prioritaria. Quelli di produzione, invece, chiamano in causa il “mondo industriale” al cui si chiede di coniugare la crescita con la salvaguardia dell’ambiente, investendo in favore di processi produttivi maggiormente efficienti e circolari, così da tutelare sia il benessere dei cittadini (e il loro reddito) che salvaguardare l’ambiente. In questo senso, quindi, i rifiuti (e la loro gestione), si pongono come il risultato più tangibile e ingombrante dei nostri modelli di consumo e produzione.

Sviluppo economico, miglioramento della qualità della vita e tutela dell’ambiente: oggi si guarda alla transizione ecologica quale soluzione che sappia far convivere in maniera armonica tre elementi fino ad ora poco equilibrati. Una sfida che, per essere vinta, necessita di strumenti in grado di misurarne la relazione.  Tra di essi vi sono: la curva di Kuznets e il decoupling (disaccoppiamento). Se il primo strumento indaga i modelli di consumo, il secondo si occupa dei modelli di produzione o – come si diceva qualche riga sopra – due facce della stessa medaglia. Ma osserviamoli un po’ più da vicino.

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