Il concetto di materialità nell’ambito della disclosure di sostenibilità ESG evolve e chiede alle imprese di rendere conto anche degli impatti finanziari di un clima che cambia sulla attività di impresa. Le imprese del servizio idrico sono chiamate a prendere consapevolezza dei propri impatti e del ruolo strategico dalla propria attività, agendo in qualità di soggetti attuatori della transizione ecologica. In un quadro macroeconomico che per il rialzo dei tassi di interesse e l’aumento dei costi energetici e dell’inflazione si va facendo meno accomodante.
1.Dalla materialità “singola” alla “doppia”
La transizione verso un’economia a basse emissioni deve poter contare sulla misurazione e la rendicontazione di dati affidabili e confrontabili, anche nelle aziende. In questa direzione si è mossa l’Unione europea, codificando gli strumenti e i percorsi per aiutare le imprese nella rendicontazione degli aspetti legati alla sostenibilità, per accrescere la trasparenza e la coerenza delle informazioni prodotte, oltre che migliorare la qualità e l’accuratezza di tali informazioni.
Tra questi strumenti ritroviamo il principio di materialità che chiede alle imprese di interrogarsi per identificare gli aspetti, i portatori di interessi e le informazioni da rendicontare. La conseguente analisi si è, nel tempo, consolidata come una pratica attraverso la quale individuare le tematiche, i dati e le informazioni rilevanti all’interno della rendicontazione non finanziaria così da mettere in luce – all’interno della cosiddetta matrice di materialità – i punti di intersezione tra gli interessi dell’impresa e quelli dei suoi stakeholder.
Ora, mutuando il principio di materialità dei GRI Standards, secondo le bozze dei nuovi standard europei di rendicontazione di sostenibilità (European Sustainability Reporting Standards – ESRS), è stato recentemente introdotto un nuovo concetto, quello della doppia materialità. Quindi, da una rendicontazione a “materialità singola”, dove la valutazione indaga l’effetto delle condotte aziendali sulla società e sull’ambiente, si sta passando ad un concetto di “materialità doppia”, dove l’impresa è chiamata a misurare anche gli impatti che provengono dall’ambiente esterno e si ripercuotono sui risultati aziendali.
Le tematiche materiali, infatti, sono legate ad effetti che possono essere rilevanti sia per l’impatto negativo/positivo verso l’esterno dell’azienda, ovvero sulle persone e sull’ambiente, sia per i rischi e le opportunità che possono generare all’azienda sotto il profilo finanziario, ripercuotendosi sul valore dell’impresa. La doppia materialità richiede di considerare come materiale una tematica secondo una prospettiva legata agli impatti sulla attività d’impresa o su una prospettiva di natura finanziaria, o sulla base di entrambe. Più nel dettaglio:
- nel caso della cosiddetta “materialità degli impatti” si tratta di considerare le tematiche ESG secondo una prospettiva inside-out che permetta di comprendere gli impatti che l’azienda può avere sull’esterno, positivi o negativi, potenziali o attuali, nel breve, medio e lungo termine. Questi includono sia gli impatti direttamente cagionati, a cui l’impresa ha contribuito direttamente con le sue attività, prodotti o servizi, sia gli impatti indiretti, connessi con la catena del valore dell’impresa, non limitandosi alle relazioni contrattuali.
- nel caso della “materialità finanziaria” si tratta di analizzare le tematiche ESG secondo una prospettiva outside-in per comprendere i rischi e le opportunità che aspetti legati a tali tematiche potrebbero causare sull’azienda. Infatti, un tema ESG è materiale da una prospettiva finanziaria se può provocare effetti finanziari sull’impresa, influenzarne i flussi di cassa e quindi il valore dell’impresa nel breve, medio e lungo termine.
Non si tratta di condurre due materialità, ma di valutare le tematiche materiali da un duplice punto di vista.
Ma da dove proviene questo concetto? Già citato per la prima volta dalla Commissione Europea nel contesto della Non Financial Reporting Directive (NFRD) è stato ripreso nella successiva Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), nella quale viene sancita la necessità delle imprese di dover comunicare informazioni sulle tematiche di sostenibilità secondo una duplice prospettiva. Successivamente, la Commissione ha inserito il concetto di doppia materialità nella Strategy for Financing the Transition to a Sustainable Economy, comunicando la propria volontà di estendere entrambe le prospettive nei processi decisionali in ambito finanziario. Tutto ciò, a partire dal 1° gennaio 2024 per le imprese che già rendicontano. Mentre tali obblighi saranno estesi a tutte le imprese di grandi dimensioni a decorrere dal 1° gennaio 2025 e alle PMI quotate a partire dallo stesso mese e giorno ma un anno dopo, 2026.
In questo contesto, alle imprese del servizio idrico integrato si chiede di prendere consapevolezza dei propri impatti e del ruolo strategico ricoperto dalla propria attività nel territorio e nell’ambiente economico in cui operano, per costruire valore in modo sostenibile. Ma qual è la situazione oggi in Italia?
2.La doppia materialità e il Servizio Idrico Integrato (SII)
Per avere un quadro più chiaro abbiamo condotto un’indagine sui report di sostenibilità del settore idrico, andando a considerare le tematiche materiali più diffuse di 51 aziende che hanno redatto un documento di sostenibilità successivo al 2018; si tratta di un numero di realtà in crescita rispetto ad un nostro precedente studio (si veda Postion Paper n. 153) nel quale i bilanci disponibili erano 39. Tra i documenti di sostenibilità analizzati, 47 contengono un’analisi di materialità, registrando anche in questo caso una crescita. Nell’identificazione degli impatti può risultare utile utilizzare lo standard di settore sviluppato da SASB “Water utilities & services”. Per esso, le tematiche da tenere in considerazione per il settore idrico sono la gestione energetica, l’efficienza della rete di distribuzione, la gestione della qualità delle acque depurate, l’accesso all’acqua, la qualità dell’acqua potabile, l’efficienza nell’uso dell’acqua dalla parte dei consumatori, la resilienza delle fonti utilizzate per l’offerta di acqua, la resilienza della rete e gli impatti del cambiamento climatico.
Sfera ambientale
L’analisi conferma la diffusione delle tematiche sociali e ambientali rispetto a quelle economiche e di governance. Riguardo alla sfera ambientale, rimangono tra le tematiche più diffuse la gestione efficiente e sostenibile della risorsa idrica, la mitigazione del cambiamento climatico e la riduzione delle emissioni. Una novità riguarda la transizione verso l’economia circolare che in questi anni ha assunto sempre più rilevanza, mentre in precedenza risultava essere una tra le tematiche meno diffuse. Al centro delle attenzioni degli stakeholder si conferma l’efficienza energetica, che risulta rilevante per quasi la metà delle aziende. Un’altra novità riguarda la richiesta sempre più esplicita da parte degli stakeholder di codificare strategie di adattamento al cambiamento climatico e per la gestione delle emergenze ambientali, tematiche rilevanti per 1 azienda su 3 e presenti trasversalmente tra mono e multi-utility. Inoltre, si ritrova sempre più spesso la volontà di diffondere una cultura della sostenibilità che includa anche gli aspetti sociali e di governance, oltre che l’educazione ambientale: per questo la tematica “Educazione ambientale” già presente nella precedente analisi è stata ampliata divenendo “Educazione ambientale e diffusione di una cultura di sostenibilità”. Infine, rispetto alla prima indagine è emerso anche il tema della mobilità sostenibile.
Alcune tematiche trovano maggior riscontro tra le multi-utility rispetto alle mono: si tratta della transizione verso l’economia circolare, dello sviluppo di energie rinnovabili e della mobilità sostenibile. Tra le mono invece assumono relativamente più importanza la gestione delle acque reflue e dei fanghi oltre che la tutela del suolo e del territorio.
Un interessante confronto emerge tra i temi analizzati con quelli che lo standard SASB ritiene possano esprimere un impatto sul valore finanziario dell’impresa. Quindi si hanno: la gestione energetica nella forma di “efficienza energetica”, la gestione della qualità delle acque depurate e gli impatti del cambiamento climatico, questi ultimi declinati nella tematica relativa all’adattamento al cambiamento climatico. Risultano assenti come singole tematiche quelle incentrate su: efficienza della rete di distribuzione, resilienza delle fonti utilizzate per l’offerta di acqua, resilienza della rete ed efficienza nell’uso dell’acqua da parte dei consumatori, per quanto questi stessi siano elementi che vengono comunque citati e analizzati all’interno delle rendicontazioni. Una fotografia, questa, che appare oggi lontana dalle esigenze legate agli eventi siccitosi e alla carenza di acqua del 2022.
Tematiche sociali
Riguardo alle tematiche sociali, al primo posto si conferma la salute e la sicurezza dei lavoratori. Rimangono stabili anche le tematiche su formazione e sviluppo e su diversità, pari opportunità e non discriminazione; in particolare su quest’ultima si riscontra un segnale molto positivo con una maggior rilevanza anche tra le mono-utility (53% del campione). Risultano fondamentali per entrambe le categorie anche: la centralità dell’utenza, la qualità e continuità del servizio, la comunicazione, le relazioni con l’utenza e le pratiche commerciali.
Nel caso delle multi-utility si conferma una diffusione più capillare rispetto alle mono-utility della tematica inerente alle relazioni industriali e al welfare aziendale, ma anche con riguardo alla tutela dei diritti umani. Per le mono-utility invece maggior rilevanza è riservata alla qualità dell’acqua e all’accesso universale all’acqua con tariffe eque.
Rispetto alla precedente analisi emergono nuove tematiche: la retribuzione legata a fattori ESG e la salute e sicurezza sul lavoro lungo tutta la catena di fornitura. La diffusione di quest’ultimo aspetto rivela un approccio virtuoso da parte delle aziende, data anche l’importanza strategica attribuita dalla Tassonomia sociale a tutti gli aspetti relativi alla sostenibilità lungo la catena di fornitura e non solo all’interno dell’azienda. Inoltre, la tematica “Gestione della catena di fornitura” si è evoluta in “Gestione responsabile della catena di fornitura” così da porre l’accento sull’approccio etico che molte aziende dovranno impegnarsi ad abbracciare nei confronti dei propri partner commerciali.
Confrontando anche in questo caso la diffusione delle tematiche considerate rilevanti per lo standard SASB dal punto di vista finanziario, l’accesso all’acqua e la qualità dell’acqua potabile sono presenti in misura maggiore nel gruppo delle mono-utility (rispettivamente nel 43% e 73% dei casi) e in misura minore tra le multi-utility (rispettivamente nel 24% e nel 29% dei casi).
Aspetti di governance e economici
Riguardo agli aspetti di governance, i primi posti sono occupati da quelli relativi all’allineamento delle aziende a principi etici. In particolare, l’elemento che trova maggior considerazione è la condotta etica del business, confermato anche nella precedente analisi, sia tra le mono che tra le multi-utility. A seguire l’anticorruzione e la compliance normativa. Altrettanto diffusa rimane l’attività di dialogo e coinvolgimento degli stakeholder.
Anche in questo caso sono emerse nuove tematiche, tra cui l’implementazione di impegni e obiettivi sulla sostenibilità, di cui per ora si riscontra una bassa diffusione (9%) nelle aziende, ma che potrebbe trovare maggiore riscontro nei prossimi anni data anche l’importanza del tema attribuita dalla proposta CSRD in merito alla definizione di obiettivi di sostenibilità nel medio-lungo periodo. Emergono come rilevanti, inoltre, la gestione dei rapporti con le istituzioni, la gestione della pandemia e degli impatti connessi (tematica emersa esclusivamente in seguito all’emergenza sanitaria da Covid-19) e la cybersecurity.
Si riscontra un maggiore interesse da parte degli stakeholder delle mono-utility per aspetti quali la compliance normativa, il dialogo e coinvolgimento degli stakeholder e il possesso di sistemi di gestione certificati; mentre quelli delle multi-utility attribuiscono maggiore rilevanza alla sostenibilità nella governance e i rapporti con le istituzioni.
Infine, in merito alla sostenibilità economica, si conferma una particolare rilevanza per le attività di innovazione e investimento in ricerca e sviluppo, che nel caso delle multi-utility si ritrova nella totalità delle aziende considerate. La gestione degli investimenti e delle infrastrutture si riconferma quale tematica fondamentale per il servizio idrico integrato. All’interno di essa si è riscontrata la presenza sempre più diffusa di specifiche sulla sostenibilità degli investimenti o sul contributo delle infrastrutture alla transizione ecologica.
In generale si riscontra una maggior diffusione delle tematiche economiche tra le multi-utility rispetto alle mono-utility, in particolare il distacco maggiore lo si ritrova rispetto al valore economico direttamente generato e distribuito, agli impatti economici indiretti e contributo allo sviluppo del territorio. Risultano invece egualmente diffuse tra le due categorie tematiche come la gestione di investimenti e infrastrutture, la performance economica e la finanza sostenibile.
3.Le tematiche alla luce della CSRD
Sulla scorta dell’analisi svolta è interessante porre a confronto le tematiche delineate come materiali nel campione di aziende analizzato con quelle che dovranno essere rendicontate sulla base della proposta CSRD.
Riguardo alle tematiche ambientali un numero sempre maggiore di gestori identifica come materiali alcune tematiche richieste dalla CSRD, che chiede di rendicontare i 6 temi corrispondenti ai 6 obiettivi della Tassonomia ambientale europea. Si registra, infatti, una crescita per l’economia circolare e l’adattamento al cambiamento climatico, mentre la tutela della risorsa idrica e la mitigazione del cambiamento climatico si confermano aspetti ampiamenti rendicontati; biodiversità e prevenzione dell’inquinamento sono invece tuttora presenti in meno della metà delle gestioni.
Riguardo agli aspetti sociali, alcuni temi previsti dalla CSRD non vengono trattati come materiali dai gestori: si tratta, per esempio, della parità di retribuzione, dell’inclusione delle persone con disabilità, delle misure contro la violenza e le molestie sul luogo di lavoro e di altre tematiche specifiche riguardanti l’occupazione. La motivazione di tale assenza è in parte giustificata dal fatto che gestendo un servizio pubblico, per gli operatori del settore gran parte delle tematiche materiali sociali riguardano il rapporto e il dialogo con l’utenza. Relativamente ai diritti umani, soltanto il 15% delle imprese lo considera un tema materiale, in quanto spesso nel nostro Paese non si ritiene rilevante tale aspetto. Al contrario, la tematica su diversità, pari opportunità e non discriminazione assume sempre maggior rilevanza anche tra le mono-utility anche alla luce delle citate Linee guida sul sistema di gestione per la Parità di Genere UNI/PdR 125:2022.
Le tematiche di governance, etica e cultura d’impresa e la gestione dei rapporti coi partner commerciali sono tra quelle maggiormente diffuse nel campione analizzato. Tuttavia, gli aspetti richiesti dalla CSRD sulla governance della sostenibilità sono presenti soltanto nel 19% delle imprese, mentre risulta totalmente assente la tematica sugli impegni politici delle imprese e le loro attività di lobbying.
In definitiva, le tematiche ambientali sembrano essere quelle maggiormente rendicontate dai gestori in ottica di attuazione della CSRD e dell’applicazione degli ESRS. Ciò condurrebbe ad una analisi di doppia materialità più agevole, avendo già consapevolezza delle tematiche che si dovranno valutare in ottica di interdipendenza tra azienda e contesto esterno. Per quanto riguarda gli aspetti sociali e di governance, la trattazione di alcune tematiche per essere perfettamente conforme alla specificità richiesta attraverso l’individuazione del rischio e della relativa opportunità inerente al tema, permetterà di intercettare gli impatti potenziali e reali, subiti e generati ed essere, così, di supporto alla strategia aziendale.
Il livello di conoscenza e di esperienza consolidata sino ad oggi, fungerà da discriminante per le imprese che approcceranno la doppia materialità e fornirà la base di partenza dalla intraprendere questa nuova sfida nel panorama della rendicontazione di sostenibilità, ma soprattutto nella strategia di business. Non si tratta di un cambiamento radicale, ma di un rinnovamento e aggiornamento di quanto realizzato nel tempo, con un maggior grado di interdipendenza tra contesto interno ed esterno e di profondità nel medio-lungo periodo.
Per approfondire
“Doppia materialità” e servizio idrico integrato: occorre rendicontare (anche) gli impatti del clima sull’attività di impresa, Position Paper n. 221, Laboratorio Ref Ricerche – settembre 2022