Il numero di gare per l’assegnazione delle concessioni del SII in Italia è esiguo: la forma prevalente di affidamento resta quella diretta. Con la gara bandita per il bacino di Rimini si aprono le procedure per l’assegnazione delle concessioni scadute in Emilia-Romagna. I requisiti sono trasparenti e sfidanti, a tutela della stazione appaltante e degli interessi dei cittadini-utenti che essa rappresenta.
L’ 11 dicembre sono state presentate le offerte per la prima gara pubblica da quando ARERA ha iniziato a occuparsi anche del settore idrico. Un evento importante che può generare movimento in un ambito che da questo punto di vista sembra immutabile. Ma prima di capire i contorni di questo evento e le sue possibili conseguenze, diamo uno sguardo rapido al quadro d’insieme.
Quando si parla di servizio di pubblica utilità si pensa a un servizio dedicato alla collettività e garantito da un’amministrazione pubblica che può decidere se farsene carico direttamente, assegnarlo ad altri soggetti pubblici o affidarlo a privati. In questi casi, il servizio e la sua fornitura sfuggono alle regole di un mercato concorrenziale, nel quale vi è la libera e piena competizione tra gli operatori. Piuttosto, in esso la concorrenza si realizza attraverso specifiche procedure pubbliche, indette da un ente titolare del servizio e finalizzate all’affidamento in esclusiva della gestione del servizio medesimo.
Il settore idrico appartiene a questa tipologia. Infatti, i più recenti interventi normativi, in coerenza con le direttive comunitarie, hanno rafforzato la responsabilità pubblica della governance del settore, individuando negli Enti di Governo d’Ambito (EGA) – nominati proprio dagli Enti Locali – coloro che dovranno selezionare i gestori unici d’ambito attraverso procedure che vanno dalla gara pubblica all’assegnazione diretta del servizio tramite il sistema detto dell’in house providing.
Un sistema, quest’ultimo, molto utilizzato, considerando che dalla metà degli anni Novanta in poi – ovvero dall’approvazione della Legge 36/94 o Riforma Galli – vi sono stati 31 affidamenti a società private e 77 a società miste pubblico-private.

Al contrario solo in pochi casi si è assistito a un bando di gara. Ma non solo. Dal 2012, cioè da quando l’Authority ha assunto anche il ruolo di regolazione del settore idrico, di gare non ne è stata indetta nessuna. Piuttosto, si è assistito all’allungamento della durata delle concessioni in house in diversi territori italiani; per esempio, dal 2015 in poi, sono stati 14 i casi di prolungamento della durata delle concessioni. E la tendenza a intensificare questa pratica sembra segnalare la volontà da parte degli Enti Locali di proseguire con l’esperienza pubblica senza giungere alla naturale scadenza della concessione. Realizzando, nei fatti, delle concessioni a tempo indeterminato. Un elemento che desta attenzione soprattutto se si considera che entro il 2024 andranno in scadenza 42 concessioni, delle quali 20 miste, tra cui 8 quotate, e 4 private.
Tuttavia, in questo quadro apparentemente così statico, s’intravede un importante elemento di movimento con la prima gara pubblica dopo molti anni. Bandita dall’Agenzia Territoriale dell’Emilia Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti (Atersir) per il bacino di Rimini, segna un importante momento per il settore. Infatti:
- si è trattato di una gara vera, con criteri chiari, che mette sul piatto un valore del servizio pari a 2 miliardi di euro nell’arco dei prossimi 20 anni;
- i requisiti erano trasparenti, sfidanti e selettivi: hanno potuto partecipare solo quegli operatori, anche internazionali, che avevano già dimostrato di saper gestire il servizio in contesti tecnicamente complessi e garantire le capacità organizzative e finanziarie per effettuare investimenti pari a 20 milioni di euro all’anno (circa 62 euro pro capite) previsti nel nuovo Piano d’Ambito;
- i soggetti partecipanti non hanno potuto non tenere conto, nelle loro valutazioni, delle prime innovazioni in termini di efficientamento che ARERA ha introdotto nel nuovo metodo tariffario (MTI3) che prende avvio nel mese di gennaio 2020.
In realtà, il caso del bacino di Rimini non è il solo ambito di affidamento interessato dall’avvio di quelle che vengono definite “procedure ad evidenza pubblica”. Sempre in Emilia-Romagna vi sono altri due sub-ambiti interessati: quello di Piacenza, dove la procedura di gara è in procinto di essere avviata e quello di Reggio Emilia, per il quale sono stati appena pubblicati gli atti della gara ristretta per la selezione del socio privato e partner industriale della neo costituenda ARCA.
In conclusione, un fatto è certo. La gara riminese ha tutte le caratteristiche per fare da “apripista” in un sistema idrico in cui i gestori hanno assetti proprietari che potremmo definire “ibridi” perché pubblici, misti pubblico privati, privati e quotati in borsa.