Il riassetto del servizio idrico al Sud è una vicenda ormai trentennale. La situazione è grave perché impedisce l’accesso ai fondi pubblici europei. Dove mancano operatori industriali deve essere obbligatorio l’affiancamento di soggetti qualificati.

L’intervento di Donato Berardi, Francesca Casarico e Samir Traini su Lavoce.info.

Un ritardo di quasi trent’anni

IIl 5 gennaio la legge Galli ha compiuto 28 anni. Quella legge aveva chiaramente indicato la necessità di superare le gestioni dell’acqua da parte dei comuni, prescrivendo ambiti gestionali di dimensione almeno provinciale e la nascita di operatori integrati, dalle fonti sino alla depurazione. Ebbene, ventotto anni dopo, alcune aree del paese sono ancora in attesa di una gestione del servizio idrico degna di questo nome. Nel Sud Italia, in particolare, le inerzie e le inadempienze delle pubbliche amministrazioni impediscono la nascita di operatori industriali. I ritardi peseranno ancora di più sul futuro se questi territori non riusciranno ad accedere alle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza.aese.

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